IL “CORPUS LETTERARIO” DEL GIUDAISMO RABBINICO

MISHNA’

Il nome deriva dal verbo ebraico “Shanah” = ripetere e significa “ripetizione/insegnamento. Costituisce la raccolta degli insegnamenti orali tramandati dai rabbini; tale raccolta fu messa per iscritto la 1° volta dal famoso patriarca Rabbi Hiuda, il Principe (nasì), il più stimato tra tutti i rabbini, vissuto dal 135 al 220 d. Cr.

La sua raccolta è scritta in ebraico mishnico ed è divisa in 6 ordini:

il 1° tratta delle leggi religiose che riguardano l’agricoltura e la fedeltà degli ebrei alla Provvidenza;

il 2 ° tratta delle stagioni e del calendario;

il 3° del matrimonio, del divorzio e dei voti degli sposati;

il 4° tratta della legislazione civile e criminale;

il 5° tratta dei sacrifici e degli oggetti consacrati;

il 6° della purità legale.

Questi 6 ordini contengono 63 trattati relativi agli argomenti elencati.

TOSEFTA’

Significa “aggiunta” ed è contemporanea e parallela alla Mishnà. E’ costituita dalle tradizioni non entrate nella raccolta di Giuda Ha-Nasi. L’ultima redazione risale forse al 5°-6° sec.

Più sviluppata della Mishnà, contiene molti insegnamenti di indole storica, geografica, accadica, etc.; ma tra le due, nella scuola fu preferita la Mishnà, secondo il principio generale: “Se Rabbi (cioè Giuda Ha-Nasi) differisce da tutti gli altri, la sua opinione fa norma.”

La Mishnà, frutto del lavoro di molti maestri durato molti anni, fu accolta da tutto il giudaismo e divenne oggetto di spiegazioni e commenti, come la Bibbia; tali commenti, posti in iscritto, in aramaico, sono detti GEMARA = complemento.

Ora, la Mishnà ebraica e la Gemara aramaica formano il TALMUD.

Le parti normative di tutti gli scritti rabbinici formano la “halakah” = “cammino” sulle vie di Dio; quelle narrative, omiletiche, edificanti costituiscono la “haggadah” = narrazione, racconto.

TALMUD

Il termine completo è “Talmud torah” = l’ammaestramento che viene dalla Scrittura.

Quando la Mishnà di Rabbi Giuda divenne la base dello studio della Scrittura, il Talmud indicò in senso tecnico la Mishnà stessa e il commento che le appartiene (Gemara), come visto sopra.

Abbiamo due Talmud, palestinese e babilonese, in corrispondenza dei due più noti centri di studio rabbinico. Nelle due opere vennero ulteriormente specificati i precetti relativi all’astensione dal lavoro del sabato, fu confermato il rito della circoncisione come in passato, e vennero meglio specificati anche i precetti alimentari.

Il Talmud, nelle sue diverse formulazioni, appare come una cittadella pazientemente edificata per conservare la Parola della Legge durante ogni prova e ogni esilio. Esso affronta tutti i problemi dell’attività umana. E’ da questa opera enorme che il fedele ricava la sua morale e i diversi modi in cui deve condurre la sua vita, nella quale lo studio occupa un posto di rilievo.

MIDRASH

E’ un tipo di esegesi della Sacra Scrittura, di carattere edificante, in uso soprattutto nel tardo giudaismo (cioè dopo il 63 a. Cr.). Rappresenta la redazione scritta della predicazione rabbinica, nella quale, commentando verso per verso la S. Scrittura, o partendo da una pericope, si facevano applicazioni ai problemi della vita quotidiana.

Si andò così formando quasi un genere letterario di commento alla S. Scrittura, che si distingue in due diverse tipologie:

1.midrash halachico, cioè di carattere legale; il termine, che deriva dal verbo “halak” = camminare, comportarsi, indica l’interpretazione morale-giuridica delle Scritture. E’ considerato la forma più importante e qualificante di interpretazione della Bibbia: deve dare delle norme pratiche per la vita quotidiana di tutto il popolo, in ambito religioso, sociale, civile, politico, morale, coniugale, etc.E’ anche il punto più delicato della tradizione giudaica, essendo inevitabilmente all’incrocio tra l’osservanza della legge biblica e l’evolvere delle situazioni pratiche. E’ una tendenza tipica delle scuole rabbiniche.

    2. midrash haggadico; il termine deriva dal verbo “nagad” = esporre, narrare. Si tratta dunque di una “esposizione” – spiegazione delle Scritture con intenti più ampi di quelli strettamente morali e giuridici. Manifesta l’uso costante dell’immagine e della parabola anche per esporre concetti astratti. E’ un’interpretazione “spirituale”, come si evince anche dalla tendenza a sottolineare il senso messianico, escatologico, mistico, religioso, il valore consolatorio o ammonitorio, di un passo biblico. In genere caratterizza le omelie rabbiniche sinagogali ed è molto popolare.

    TARGUM

    Dalla lettura della Bibbia nelle sinagoghe sorsero presto i “targumim” (plurale di “targum” = traduzione). Il popolo infatti parlava aramaico e non comprendeva più i testi letti; di qui l’uso di traduzioni orali eseguite secondo regole minuziose e, più tardi, la loro fissazione scritta.Non si tratta di semplici versioni, ma di versioni volte a comunicare il significato attuale dei testi e a suggerire le interpretazioni correnti.